romano-buratti

Romano Buratti

Nato a Cesena nel 1937,  ha frequentato e terminato gli studi presso l’Istituto Professionale con la guida di Giannetto Malmerendi per le attività espressive. Ha frequentato poi un biennio di corso libero presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, avendo come docente il Maestro Folli. Per anni interessato a grafica umoristica, ha collaborato con giornali e riviste. A partire dal 1974 e per un decennio circa si aggiudica nei numerosi concorsi a cui ha partecipato, premi prestigiosi ed il plauso incondizionato del pubblico e della critica.

Ha all’attivo più di 100 mostre personali in Italia, Germania, Belgio, Francia, Lussemburgo, Austria e Svizzera.

Ha partecipato a numerose collettive in Italia, Brasile, Stati Uniti, Turchia, Ungheria, Polonia e Grecia ed alle fiere d’arte di Padova, Bari, Taormina, Forlì, Rimini, Parma, Pordenone, Udine e Morciano.

Romano BurattiRomano Buratti

Nato a Cesena nel 1937,  ha frequentato e terminato gli studi presso l’Istituto Professionale con la guida di Giannetto Malmerendi per le attività espressive. Ha frequentato poi un biennio di corso libero presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, avendo come docente il Maestro Folli. Per anni interessato a grafica umoristica, ha collaborato con giornali e riviste. A partire dal 1974 e per un decennio circa si aggiudica nei numerosi concorsi a cui ha partecipato, premi prestigiosi ed il plauso incondizionato del pubblico e della critica.

Ha all’attivo più di 100 mostre personali in Italia, Germania, Belgio, Francia, Lussemburgo, Austria e Svizzera.

Ha partecipato a numerose collettive in Italia, Brasile, Stati Uniti, Turchia, Ungheria, Polonia e Grecia ed alle fiere d’arte di Padova, Bari, Taormina, Forlì, Rimini, Parma, Pordenone, Udine e Morciano.

Romano Buratti

Nato a Cesena nel 1937,  ha frequentato e terminato gli studi presso l’Istituto Professionale con la guida di Giannetto Malmerendi per le attività espressive. Ha frequentato poi un biennio di corso libero presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, avendo come docente il Maestro Folli. Per anni interessato a grafica umoristica, ha collaborato con giornali e riviste. A partire dal 1974 e per un decennio circa si aggiudica nei numerosi concorsi a cui ha partecipato, premi prestigiosi ed il plauso incondizionato del pubblico e della critica.

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Sue opere si trovano in permanenza in prestigiose gallerie europee nonché in collezioni pubbliche e private, inoltre il suo nome figura sui più importanti cataloghi e riviste italiane ed europee.

E’ inserito nell’archivio della Galleria d’Arte Moderna di Roma.

Sue opere si trovano in permanenza in prestigiose gallerie europee nonché in collezioni pubbliche e private, inoltre il suo nome figura sui più importanti cataloghi e riviste italiane ed europee.

E’ inserito nell’archivio della Galleria d’Arte Moderna di Roma.

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“La vita umile della nostra gente”

Biografia 1

Si respira un’aria di casa nelle opere di Romano Buratti. Al centro dei suoi dipinti ci sono gli uomini e le donne della nostra terra: i contadini, i pescatori gli avventori delle osterie in cui si gioca a carte, le coppie in bicicletta, con lei appollaiata sul cannone, i ballerini che piroettano sulla pista della balera. Personaggi che fanno parte del nostro mondo, anche se, forse, oggi quel mondo è ormai scomparso, e sopravvive soprattutto nel ricordo. Buratti ce lo restituisce attraverso il filtro del suo sguardo ironico e disincantato, del suo tratto quasi caricaturale, accentuato da un uso del colore che predilige le tinte decise: i rossi, gli azzurri, gli ocra, i gialli.

Nella sua tavolozza non c’è posto per l’idillio, per una nostalgia di maniera, per una trasfigurazione sognante e sognata della vita campestre: le scene che raffigura sono vivide e concrete, ma il sorriso che le accompagna non è mai completamente spensierato. Anzi talora pare trasformarsi in un sogghigno beffardo, mentre i personaggi ritratti hanno spesso espressioni stralunate e accigliate, quasi a volerci far partecipi della fatica del loro vivere.

Questa cifra stilistica nasce, evidentemente, dalla vicenda biografica di Buratti, figlio della campagna romagnola, cresciuto a contatto con la natura, tra le fatiche e le difficoltà che contraddistinguevano la vita dei contadini. E lui stesso ci rivela la fonte prima della sua ispirazione, ricordando le lunghe serate trascorse da bambino nella stalla – l’unico posto caldo della casa – ed ascoltare storie e fatti che alimentavano la sua fantasia.

Biografia 2
olio su tela

Quel periodo – confessa – è stato importante per la mia formazione artistica, tanto da lasciare ben scolpito in me i personaggi e le situazioni che avrei riportato nei miei dipinti”.

Ben presto, in quel bambino incantato dai racconti sentiti “a veglia” sarebbe emerso prepotente il richiamo dell’arte, che dapprima lo avrebbe portato a esercitarsi da solo, poi a intraprendere gli studi in Accademia e, infine, a compiere coraggiosamente il gran salto, dedicandosi completamente alla pittura. E in questo suo percorso – che lo ha portato in giro per l’Europa, con decine e decine di mostre, e in cui non sono mancate soddisfazioni – è sempre stato attento a rivendicare e preservare la propria originalità, la sua vocazione a raccontare la vita umile della nostra gente, con un tono apparentemente scherzoso, ma che ha sempre un sottofondo amaro.

Biografia 3Si respira un’aria di casa nelle opere di Romano Buratti. Al centro dei suoi dipinti ci sono gli uomini e le donne della nostra terra: i contadini, i pescatori gli avventori delle osterie in cui si gioca a carte, le coppie in bicicletta, con lei appollaiata sul cannone, i ballerini che piroettano sulla pista della balera. Personaggi che fanno parte del nostro mondo, anche se, forse, oggi quel mondo è ormai scomparso, e sopravvive soprattutto nel ricordo. Buratti ce lo restituisce attraverso il filtro del suo sguardo ironico e disincantato, del suo tratto quasi caricaturale, accentuato da un uso del colore che predilige le tinte decise: i rossi, gli azzurri, gli ocra, i gialli.

Nella sua tavolozza non c’è posto per l’idillio, per una nostalgia di maniera, per una trasfigurazione sognante e sognata della vita campestre: le scene che raffigura sono vivide e concrete, ma il sorriso che le accompagna non è mai completamente spensierato. Anzi talora pare trasformarsi in un sogghigno beffardo, mentre i personaggi ritratti hanno spesso espressioni stralunate e accigliate, quasi a volerci far partecipi della fatica del loro vivere.

Biografia 4Questa cifra stilistica nasce, evidentemente, dalla vicenda biografica di Buratti, figlio della campagna romagnola, cresciuto a contatto con la natura, tra le fatiche e le difficoltà che contraddistinguevano la vita dei contadini. E lui stesso ci rivela la fonte prima della sua ispirazione, ricordando le lunghe serate trascorse da bambino nella stalla – l’unico posto caldo della casa – ed ascoltare storie e fatti che alimentavano la sua fantasia.

olio su telaQuel periodo – confessa – è stato importante per la mia formazione artistica, tanto da lasciare ben scolpito in me i personaggi e le situazioni che avrei riportato nei miei dipinti”.

Ben presto, in quel bambino incantato dai racconti sentiti “a veglia” sarebbe emerso prepotente il richiamo dell’arte, che dapprima lo avrebbe portato a esercitarsi da solo, poi a intraprendere gli studi in Accademia e, infine, a compiere coraggiosamente il gran salto, dedicandosi completamente alla pittura. E in questo suo percorso – che lo ha portato in giro per l’Europa, con decine e decine di mostre, e in cui non sono mancate soddisfazioni – è sempre stato attento a rivendicare e preservare la propria originalità, la sua vocazione a raccontare la vita umile della nostra gente, con un tono apparentemente scherzoso, ma che ha sempre un sottofondo amaro.

Si respira un’aria di casa nelle opere di Romano Buratti. Al centro dei suoi dipinti ci sono gli uomini e le donne della nostra terra: i contadini, i pescatori gli avventori delle osterie in cui si gioca a carte, le coppie in bicicletta, con lei appollaiata sul cannone, i ballerini che piroettano sulla pista della balera. Personaggi che fanno parte del nostro mondo, anche se, forse, oggi quel mondo è ormai scomparso, e sopravvive soprattutto nel ricordo. Buratti ce lo restituisce attraverso il filtro del suo sguardo ironico e disincantato, del suo tratto quasi caricaturale, accentuato da un uso del colore che predilige le tinte decise: i rossi, gli azzurri, gli ocra, i gialli.

Nella sua tavolozza non c’è posto per l’idillio, per una nostalgia di maniera, per una trasfigurazione sognante e sognata della vita campestre: le scene che raffigura sono vivide e concrete, ma il sorriso che le accompagna non è mai completamente spensierato. Anzi talora pare trasformarsi in un sogghigno beffardo, mentre i personaggi ritratti hanno spesso espressioni stralunate e accigliate, quasi a volerci far partecipi della fatica del loro vivere.

Biografia 1

Questa cifra stilistica nasce, evidentemente, dalla vicenda biografica di Buratti, figlio della campagna romagnola, cresciuto a contatto con la natura, tra le fatiche e le difficoltà che contraddistinguevano la vita dei contadini. E lui stesso ci rivela la fonte prima della sua ispirazione, ricordando le lunghe serate trascorse da bambino nella stalla – l’unico posto caldo della casa – ed ascoltare storie e fatti che alimentavano la sua fantasia.

Biografia 2

Quel periodo – confessa – è stato importante per la mia formazione artistica, tanto da lasciare ben scolpito in me i personaggi e le situazioni che avrei riportato nei miei dipinti”.

Ben presto, in quel bambino incantato dai racconti sentiti “a veglia” sarebbe emerso prepotente il richiamo dell’arte, che dapprima lo avrebbe portato a esercitarsi da solo, poi a intraprendere gli studi in Accademia e, infine, a compiere coraggiosamente il gran salto, dedicandosi completamente alla pittura. E in questo suo percorso – che lo ha portato in giro per l’Europa, con decine e decine di mostre, e in cui non sono mancate soddisfazioni – è sempre stato attento a rivendicare e preservare la propria originalità, la sua vocazione a raccontare la vita umile della nostra gente, con un tono apparentemente scherzoso, ma che ha sempre un sottofondo amaro.

olio su tela